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Il calcare fa bene alla salute

  • Immagine del redattore: Elio Passoni
    Elio Passoni
  • 11 lug 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

L'istituto superiore di Sanità ha pubblicato sul proprio Notiziario (ISSN 0394-9303) l'articolo "La durezza dell'acqua destinata al consumo umano: riflessi sulla salute umana" a cura di Massimo Ottaviani, Laura Achene, Emanuele Ferretti e Luca Lucentini del Dipartimento di Ambiente e Connessa Prevenzione Primaria, ISS.


Le patologie cardiovascolari, principali cause di mortalità e morbilità nei Paesi industrializzati, riconoscono un’eziologia multifattoriale, correlata all’interazione di più fattori di rischio, quali caratteristiche genetiche, fattori metabolici, stili di vita ed esposizione ambientale. In tale ambito, consistenti studi epidemiologici supportano l’ipotesi di una correlazione inversa tra apporti di magnesio e/o calcio disciolti nell’acqua potabile (durezza) e incidenza di patologie cardiovascolari. In considerazione degli aspetti sanitari di tale parametro, l’attuale normativa sulla qualità delle acque destinate al consumo umano (DLvo 31/2001), in analogia con numerosi altri Stati europei, raccomanda un valore per la durezza di 15-50 °F, equivalente a 60-200 mg Ca/l, con limite inferiore riferito ad acque sottoposte a trattamento di addolcimento o dissalazione. In questo articolo vengono discusse le implicazioni sanitarie e tecniche correlate alla durezza delle acque destinate al consumo umano e valutata l’opportunità di reintrodurre tale parametro nella revisione della Direttiva europea 98/83/CE, come misura di prevenzione primaria per combattere le patologie cardiovascolari.


In sostanza, vista la correlazione inversa tra apporti di magnesio e/o calcio disciolti nell’acqua potabile (durezza) e incidenza di patologie cardiovascolari,L’accademia nazionale delle scienze degli Stati Uniti, dopo numerosi studi epidemiologici, indica che, la durezza ottimale delle acque adibite al consumo umano può ridurre il tasso di mortalità per le malattie cardiovascolari di almeno il 15 %. (natRes Council, DrinkingWater and Health.Vol. I: 477. Washington DC, 1977).


Per questo, la finalità del trattamento dell'acqua dovrà riguardare si la salvaguardia dell'elettrodomestico e la sua efficienza energetica ma solo a patto di preservare le caratteristiche chimiche dell'acqua e più in particolare la concentrazione di calcio e magnesio (durezza).


D'altra parte, la direttiva europea n. 98/83/CE relativa alla qualità delle acque adibite al consumo umano impone l'OBBLIGATORIETA’ per le aziende acquedottistiche produttrici e distributrici di FORNIRE al punto di utenza (POINT OF ENTRY/CONTATORE) acqua adibita al consumo umano che soddisfi i requisiti di qualità espressi e parametrati dal D.Lgsn 31/2001 in ottemperanza alla direttiva stessa. E l'OBBLIGATORIETA’ per l’utenza di MANTENERE INALTERATA la qualità dell’acqua consegnata al punto di utenza (POINT OF ENTRY/CONTATORE) almeno fino al rubinetto (POINT OF USE) per conseguire i benefici sanitari previsti.


In parole più semplici, l'acqua è un alimento e arriva nelle nostre case già pronta per essere utilizzata in assoluta sicurezza; ogni intervento volto a limitare l'azione aggressiva del calcare deve obbligatoriamente evitare di modificare chimicamente l'acqua e, soprattutto, non deve sostituire o eliminare lo ione calcio/magnesio.


Per leggere l'articolo completo dell''istituto superiore di Sanità, collegarsi a


http://old.iss.it/binary/publ/cont/Nmarzo.1177683378.pdf



 
 
 

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